VIVERE LE EMOZIONI PER GUARIRE

“Le emozioni e le sensazioni sono il linguaggio della nostra anima” (A. Lowen)
Ho il diritto di emozionarmi? Mi permetto di lasciarmi andare a ciò che sento?
A volte o non sentiamo più, mostrandoci distaccati da ciò che viviamo oppure sentiamo troppo, facendoci travolgere dalle proprie emozioni. Dentro ognuno di noi c’è un bambino che sa emozionarsi; la nostra natura è animale e anche se ci sforziamo di essere tutta testa, siamo un corpo che respira, emette suoni, si muove e si sostiene sulle gambe. I bambini vivono emozionati, ma poi arriva un punto in cui loro stessi abbandonano l’emozione, anzi cominciano a prenderla in giro: cominciano a credere che se si emozionano non sono poi all’altezza, se non si irrigidiscono non possono partecipare al gioco della vita. Purtroppo la società teme la spontaneità e vitalità del bambino, ma l’emozione è indispensabile alla vita. Pertanto è l’atteggiamento verso l’emozione che va cambiato: perché si è sempre considerato, che essere emozionati e mostrare segni di emozioni fosse un vissuto negativo da sedare, escludere, controllare. E questa cultura in cui corriamo sempre per non sentire, dove molte persone si danno all’alcool o alle droghe per anestetizzare il dolore interiore finisce per valorizzare le persone che non si emozionano. Come se il modello fosse l’imperturbabilità e non la vitalità. Emozionarsi non fa male: ciò che fa male è trattenere l’emozione, evitarla. Si evitano le emozioni tenendo tutto sotto controllo, e con la paura di ciò che sentiamo: oltre a diventare meno consapevoli del proprio vissuto corporeo, fisicamente si creano tensioni e vasocostrizione. I vasi si contraggono e si contrae anche il cuore: il cuore è collegato ai vissuti emotivi e più una persona è corazzata e si difende dall’amore e più irrigidisce la propria cassa toracica . Questo irrigidimento ostacola a e limita il respiro, il movimento e l’emozione sottoponendo il corpo e il cuore a una continua tensione. La vera forza sta nell’accettazione delle proprie emozioni e il permesso che ci diamo di viverle senza pesi e senza reprimerle: vivere significa coinvolgersi, appassionarsi, lasciarsi andare all’imprevedibilità. Dietro ogni emozione c’è un impulso che dal centro raggiunge la periferia e viene vissuto come sentimento. Il nostro tentativo di controllare le emozioni comporta un movimento uguale e contrario a quello naturale ed è pertanto dannoso. Se si reprime l’emozione si indebolisce il vero autocontrollo e si scinde la personalità: il vero autocontrollo sta in una sana convivenza con le emozioni. Il panico, cosi diffuso nella nostra società, è il tentativo di liberarsi in fretta di un’emozione sottostante. Ma se l’organismo rinuncia alla lotta e accetta la naturalezza del proprio essere animale, il panico scompare . Mentre il panico è nocivo alla salute a causa della contrazione dei vasi sanguigni, sia il riso e sia il pianto favosiriscono la respirazione, fornendo l’ossigeno necessario al corpo e al cuore. Il corpo trae vita dalle emozioni e dalla sua motilità deriva la sua vitalità.
La bioenergetica con il lavoro corporeo permette di entrare in contatto con il proprio corpo per recuperare i sentimenti soppressi e riacquistare la vitalità perduta. Per questo ridurre le tensioni che impediscono ai sentimenti e alle emozioni di esprimersi diventa fondamentale. Molti obiettano che preferiscono non aprire la cassa dei ricordi perché troppo doloroso. Eppure negare le proprie esperienze, il proprio antico dolore obbliga a ricrearlo continuamente attraverso relazioni attuali. E si rimane intrappolati in questa coazione a ripetere il proprio passato. Il nostro organismo non dimentica ciò che cerchiamo di annullare con il pensiero o con la nostra maschera e alla fine ci presenta il conto sottoforma di ansia, tensione, malattie. L’unico antidoto contro questo veleno è sperimentare tutte le emozioni che abbiamo tentato di evitare. La realtà è questa: siamo imperfetti, le vecchie illusioni non servono più. Solo un profondo amore e una profonda accettazione di noi stessi possono permetterci di stabilire relazioni amorevoli. Emozionarsi fa bene.
In questo intensivo, attraverso esercizi espressivi, in un clima protetto, esploreremo la possibilità di ridare fiducia alla capacità di arrendersi a se stessi, alla propria natura, al proprio cuore, al bambino che è dentro di noi, per tornare a vivere emozionati: esploreremo insieme la possibilità di recuperare il nostro diritto al sentire, seguendo quanto ci suggerisce lo psicoterapeuta Fritz Perls “ Perdi la mente e torna ai sensi”.
“Il cuore umano grida, l’anima umana implora che la lasci libera; ma a tutto questo gli uomini non badano, perché non sentono né comprendono. E l’uomo che sente e comprende lo chiamano folle e lo scansano” da Le parole non dette di Kahil Gibran

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